GILDO |
DE VINCENTIS |
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Ermenegildo De Vincentis, detto Gildo, è stato un grande musicista, un vero artista, e una persona straordinaria. Era mio prozio, essendo fratello di mio nonno, e per me ha sempre rappresentato l'Arte personificata. Ricordo ancora quando, da bambino, lui veniva a trovarci, da Roma dove abitava e lavorava... era come un uragano che arrivava a svegliarci e a scuotere il mondo. Ma un uragano buono, positivo, un allegria che tutto permeava al suo passaggio. Ricordo e ricorderò sempre, poi, i suoi insegnamenti e i suoi consigli quando mi dedicai alla musica. Mi diceva, tra l'altro, che si può scherzare su tutto e di tutto, ma una cosa va sempre presa sul serio: lo studio. E mi mostrava spesso il suo leggìo, aperto nel soggiorno, dove lui soleva studiare tutti i giorni, anche se era un sessantenne musicista già affermato. Secondo lui lo studio doveva essere curato sempre, diceva che non si smette mai di studiare, che un vero artista ha sempre qualcosa da imparare.
E' morto nel 1997, dopo una vita intensa, e per certi versi incredibile. Su di lui fiorirono e tuttora si ricordano diverse leggende, talune forse anche vere, tutte comunque incredibili, soprattutto per chi non lo ha conosciuto. E' stato titolare del posto di Controfagotto al Teatro dell'Opera di Roma, dopo essere stato per anni fagottista nella Banda della Polizia. A lui devo molto, forse tutto... Forse anche la sua influenza ha contribuito a fare di me il musicista che sono diventato. Di sicuro qualcosa del suo spirito artistico è passato in me, ed è lo spirito artistico dei De Vincentis, una famiglia che per generazioni ha prodotto artisti e musicisti di valore.
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Gildo
Gildo con il suo fagotto
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